Descrizione prodotto
«Fascista!» è l’urlato rancoroso che il “sinistrato” da centro sociale fa rimbombare nelle piazze, il “demoliberista” imprimere sulle pagine del quotidiano, il serafico teleimbonitore declina nel suo talk show, il deputato resistenziale denuncia alla Camera o al Senato come incombente pericolo per la democrazia. Ad essere definito da questo aggettivo — che vuole essere inappellabile infamante epiteto — è tanto chi fascista non lo è perché palesemente altro (conservatore, “di destra”, reazionario etc.) quanto chi fascista lo si sente davvero. Senonché non c’è alcuna corrispondenza tra l’idea che un qualsiasi fascista ha di sé e delle proprie idee e quanto ha in testa l’antifascista. E quello che ha in testa l’antifascista, alla prova dei fatti, altro non è che un’allucinazione, un incubo, un qualcosa che è sempre e comunque parto di una sua fantasia.
Chi ha scritto questo libro è uno dei tanti additato con disprezzo come «Fascista!», con l’aggravante di essere stato a suo tempo condannato a quasi 20 anni di carcere per omicidio; accadeva quasi mezzo secolo fa, nel 1973 quando aveva 18 anni. Per cui, qualsiasi cosa oggi egli faccia o dica, è comunque essenzialmente e a prescindere, un criminale «Fascista!».
Scrive, Maurizio Murelli, concludendo il suo scritto:
«Approntando questo libro non mi sono certamente illuso di modificare l’idea che gli antifascisti hanno del «Fascista!». E tanto meno di presentarmi come il prototipo del perfetto fascista e quindi di parlare a nome di tutti coloro che si autodefiniscono fascisti o tali sono definiti. Il fascismo del Ventennio è morto, i fascisti che il Ventennio ha generato sono ormai tutti scomparsi. Comunque la si pensi, il fascismo del Ventennio è stata una “cosa”; quello narrato dagli antifascisti e dagli storici accreditati dal politically correct un’altra, poco più che un sottoprodotto di allucinazioni per i primi; manipolazione a fini carrieristici per i secondi, perché servire il Potere paga in carriera, mettersi contro si è ripagati con ostracismo, scomunica, alienazione, oblio e anche con repressione se si supera il basso livello di tolleranza relativamente alla narrazione storiografica imposta dal regime».
Insomma, un libro che semplicemente mette in evidenza l’insipienza dei cantori del fascismo immaginario.
Efren – :
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