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Cinquanta sonetti dove si racconta un amour-passion d’altri tempi. Una poesia ‘in costume’, composta nel tono generoso e totale che solo le scrittrici femmine sanno usare.
Nelle liriche di Corinna Furlanis, l’amato viene invocato come se fosse, contemporaneamente, Eros, il grande desìo, e il Fato stesso, che regola gli eventi e dà i nomi alle cose. Gaspara Stampa, Veronica Franco, le cortigiane-poeta sembrano rianimarsi in un tessuto di parole di inusuale eleganza: nuove ma che sanno di antico, di struggimento e deliquio, di sensualità e preghiera. Così l’attimo si ferma, fissato nella grazia (nelle grazie) di un profilo di donna, mentre questa chiama il suo amato “mio Signore”.