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I Templari del proletariato: un titolo paradossale, destinato a un libro che esce in prima edizione nel 1997 ed ora è finalmente a disposizione dei lettori italiani. È un’antologia di scritti che spaziano dall’alchimia alla storia della Russia, dai Vecchi Credenti al terrorismo rivoluzionario, dalla magia all’astrologia, passando per la Terza Roma, l’Antartide, Orione, la foresta di Rambouillet… Ma non mancano nemmeno ritratti di autori assai eterogenei tra loro: Aleister Crowley, Ernst Jünger, Cesare Della Riviera, Karl Marx, Guy Debord, Jean Parvulesco, Julius Evola… Uomini sparsi nello spazio e nel tempo, stelle di un Impero Invisibile unite in una costellazione che nel libro di Aleksandr Dugin ha un nome ben preciso: nazional-bolscevismo. Ma questo movimento, a cui l’Autore fu legato e da cui prese successivamente le distanze, è affrontato da una prospettiva unica nel suo genere, metastorica e metapolitica: a rincorrersi tra i capitoli de I Templari è l’idea che questo movimento non sia una novità degli ultimi trent’anni ma la resurrezione di princìpi metafisici ben più antichi. Documento per capire una stagione politica, filosofica e intellettuale che quasi nessuno ha raccontato, qui risiedono le origini di molti concetti chiave sviluppati dall’Autore nelle sue opere successive, dalla Quarta Teoria Politica al Soggetto Radicale. Un cammino destinato a quanti, persi nei vortici caotici della post-modernità, vogliano ancora guadagnare un accesso al cielo. Al cielo impossibile, paradossale e mercuriale dove risplendono le invisibili nebulose dei Templari del proletariato.