Descrizione prodotto
Céline è uno scrittore a sé per la sua solitudine di scrittore. Non frequentava l’ambiente, non si mischiava, la scrittura non era la sua professione. Nella Francia del suo tempo (ma anche in quella di oggi), l’essere scrittore era uno status e comportava dei doveri, meglio, dei rituali: collaborazioni giornalistiche, scambio di recensioni, conferenze, incontri, interventi pubblici. Era solo, Céline… Era solo, con la sua arte e il suo pubblico (…). Questo spiega perché gli intellettuali che commerciano con la letteratura non riusciranno mai a capire Céline: possono ricoprirlo di saggi critici d’ogni genere e tipo, ma invano. Bisogna essere soli come lui, isolati come lui, con il coraggio della disperazione come lui, perché l’illuminazione avvenga. In Céline amiamo le felicità di un infelice. Le sue, le nostre. (…) L’autore di quest’opera a fumetti è Jean Dufaux – con i disegni e il colore di Jacques Terpant – uno che conosce Céline come le sue tasche. È proprio questa conoscenza che gli permette di sviluppare un’opera di finzione che ha tutti gli elementi della verità. È Céline che ci parla, vive e si racconta, ossessioni e manie, verità e menzogna. Noi lettori lo riconosciamo e ci facciamo nuovamente trasportare da lui. Con maestria, le tavole di Terpant fanno il resto, dando visivamente conto dei volti come dei rumori, degli incubi come della realtà. Testo e immagine sono pieni di piccoli dettagli (per dirne solo uno: le mollette con cui Céline teneva insieme i fogli manoscritti) e si incastrano perfettamente nella creazione di una storia che riesce a essere resoconto di una vita, esemplificazione di un’opera e, insieme, finzione. Non c’è niente di edulcorato, non ci sono complicità ideologiche o, peggio, falsificazioni storiche. C’è la solitudine di Céline, la sua arte e la pietà a fargli compagnia.
(dall’introduzione di Stenio Solinas)
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