Descrizione prodotto
«Il mio paganesimo non è spiritualistico né mistico, è carnale, vissuto, direi poetico: poetico e totalmente personale. Il mio itinerario è tutt’altro che “spirituale” ma puramente sensuale. La ricchezza del paganesimo, che nessun’altra “religione” possiede, è che vi si trova una straordinaria pluralità di sensibilità: dal paganesimo dei boschi e del radicamento, a quello dello scatenamento della tecnocrazia; dal paganesimo delle nebbie della brughiera a quello delle divinità del fuoco solare. Dal paganesimo delle fontane e delle ninfe a quello del rumore sordo delle battaglie, da quello del canto delle fate o del galoppo degli elfi nel sottobosco, a quello del tuono dei reattori, da quello dei grandi dèi tutelari a quello dei lari. Ma il genio del paganesimo è riunire in una totalità cosmica e organica tutte le passioni umane, con le loro miserie e la loro grandezza. Il paganesimo è davvero lo specchio del mondo vivente. Ma, in questa visione pagana del mondo, sono anche attratto da città colossali e da architetture monumentali di affermazione e potenza, di estetica e forza armoniosa: Versailles, il Taj-Mohal, la cattedrale di Strasburgo o di Ulm, la scuola di architettur a tedesca di Chicago, il neoclassicismo degli anni Trenta, la bellezza brutale di un sottomarino nucleare o di un aereo da cacci, ecc. È l’assunzione di potenza e dell’ordine, che provenga dalla natura o dall’uomo, che plasma il mio paganesimo personale. Il mio approccio quindi non si è mai basato su una riflessione asciutta, né su un’estasi mistica, ma piuttosto su un’emozione diretta. Un mio amico cristiano una volta mi ha “accusato” di “paganesimo onirico”. Aveva ragione, senza accorgersi che i sogni degli uomini sono forse i messaggi degli dèi».
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