Descrizione prodotto
Trattare della questione ebraica in Russia (in Russia soltanto?) non è semplice. Chi osa farlo, diventa facilmente bersaglio di ogni genere di rimproveri e accuse. Eppure, non c’è argomento che gli uomini non possano affrontare ragionevolmente e senza cadere preda delle passioni. Parlare con franchezza delle relazioni tra russi ed ebrei nel corso degli ultimi due secoli (e successivamente tra comunisti ed ebrei), è più che necessario. Col tempo, le ferite si sono accumulate nella memoria, ma se si tace sul passato, quando guariremo la memoria?
A Solgenitsin, comunque, il coraggio certo non manca. Il proposito che lo guida in quest’opera – in cui le voci ebree si udiranno più spesso di quelle russe – dedicata alla vita comune dei popoli russo ed ebreo, consiste nel cercare tutti i punti della reciproca incomprensione, nonché tutte le possibili vie che, liberate dall’amarezza del passato, possano condurre entrambi i popoli verso il futuro.
Il secondo volume di questo notevole studio di Aleksandr Solgenitsin è incentrato sulle relazioni tra ebrei e comunisti durante il periodo sovietico dal 1917 al 1972.
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