Descrizione prodotto
Friedrich Nietzsche è autore presente nel catalogo delle Edizioni di Ar sin dal 1971, quando uscì la prima edizione del Nietzsche e la mitologia egualitaria, di Adriano Romualdi. A seguire, i testi di: Francesco Ingravalle (Nietzsche illuminista o illuminato?); Georg Brandes (Friedrich Nietzsche o del radicalismo aristocratico); Benito Mussolini (La filosofia della forza); Alfred Baumler (a partire dal fondamentale Nietzsche filosofo e politico, sino agli scritti inediti del secondo dopoguerra, dalle Ar pubblicati sotto i titoli, rispettivamente, di L’innocenza del divenire e di Stile e destino); Arianna De Giorgio (Per grazia, con grazia. Nietzsche: una forma di lettura). Per tacere della collana Alter ego, in cui da anni vengono pubblicate le opere di Nietzsche con il testo originale a fronte. Bastino queste scarne notazioni per ricordare come Nietzsche sia un autore ‘polare’ delle Ar, praticamente dalla loro fondazione. Dunque, nessuno stupore per questo nuovo testo dedicato al filosofo di Röcken. E men che meno per il nome che campeggia come autore, conoscendo la sodalità dei lettori di Ar, piuttosto refrattaria alla schiumosa indignazione delle anime belle democratiche o al pavido sdegno dei cattedratici, traboccanti di talento “ohne Sehnsucht”.
Qual era il senso della sua “insurrezione”, che cosa voleva insomma Nietzsche? Questi – dichiara qui Rosenberg – “aspirava a grandezza, nobiltà e aristocrazia del contegno e del sentire, scrutando le condizioni di una gerarchia dell’esistenza”. Rosenberg incentra la propria allocuzione sulla estrema solitudine [lezte Einsamkeit], sulla capacità di veggente [Seherkraft e Fernschau] di Friedrich Nietzsche, sul suo portamento di fronte al Destino [Schicksalhaltung]. “Un ausilio all’attuazione di una nuova gerarchia [neue Rangordnung] della vita”: questo – afferma Rosenberg – è il principale tratto di affinità di sentimenti e vicinanza spirituale [geistige Nähe-Verwandschaft] tra l’opera dottrinaria di Nietzsche e l’operato politico nazionalsocialista. Nietzsche, nelle ultime parole dell’allocuzione, viene celebrato come “nunzio di una unità europea indispensabile alla vita creativa di questo nostro vecchio continente”. E oggi? All’interrogativo, cruciale nella sua temporalità, di Nietzsche: “Ist heute -GröBe möglich?”, ‘è possibile oggi la grandezza?’, noi siamo, proprio oggi – dopo averlo a lungo considerato una domanda intemporale, quindi intrinsecamente priva di risposta -, in grado di rispondere: affermativamente… Ma a condizione che la ‘grandezza’ sia quella, per ripetere le sempre più attuali parole di Alfred Rosenberg, dello sciame “der Piraten der Börse und Hochfinanz, der Geldleute und ihrer Söldlinge” – i quali, dagli inferi, hanno colonizzato gli intermundi della nostra modernità contemporanea…
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