Descrizione prodotto
«Un’immensa e ordinatissima libreria codifica l’architettura della stanza secondo precise armonie sapienziali. Gli scaffali, come esoteriche partiture di un caleidoscopico arabesco, si colorano ritmicamente di testi sacri, arcani pamphlet e vecchi samizdat. Un uomo dall’aspetto mite e solenne, calmo e assorto, con un sorriso accogliente, giust’appena accennato, e uno sguardo acuto e pungente, sotteso a una profondità di pensiero pari solo alla sua grandezza interiore, polarizza l’attenzione dello spettatore: le lancette del tempo si arrestano come colte da un’improvvisa tempesta di ghiaccio e l’istante stesso sembra annunciare la discesa di una più alta, vibrante verità.
Ghejdar Džemal’ non scriveva o, per meglio dire, scriveva pochissimo; amava trascorrere le notti dissolvendosi nei pensieri, calandosi nella spirale labirintica di quell’abisso che irradia, senza guide o protezioni; amava smarrirsi tra le gelide cattedrali di una periferia potenzialmente fatale, lontana anni luce dal vampirico miraggio della vita – posta da qualche parte a Nord – al di là dei poli esistenziali, per poi riemergerne con una manciata di appunti nelle tasche, dei quali avrebbe fatto dono, l’indomani, a quanti ne avrebbero condiviso il destino.
Conosceva un gran numero di lingue che sapeva sapientemente utilizzare, secondo necessità, con irreprensibile rigore giacché pensiero e linguaggio sono meccanismi di manifestazione della rivelazione. Sapeva parlare, ad esempio, il turco, l’italiano, il latino, l’inglese, il farsi e l’arabo, ed era solito “pensare” in francese, giacché unicamente attraverso questa lingua – come ricorda uno dei suoi più stretti collaboratori [Ruslan Aisin] – era in grado di elaborare categorie filosofiche altrimenti troppo difficili da definire con il solo ausilio della sua lingua madre.
[…]
A monte, il risveglio dell’individuo, implica nondimeno l’acquisizione di una visione nitida che rifletta la geometria tripartita del contesto politico-sociale attuale, pena il reiterarsi di forme rinunciatarie, confuse, ibride, laddove non frammentate o peggio, passive e parodiate. Dopo aver tratteggiato il transito della persona passiva dalla società tradizionale ancestrale alla modernità, Džemal’ definisce l’anatomia della persona attiva nel contesto della postmodernità, dove i concetti di bene, felicità e giustizia vengono ridistributi in accordo alle specificità dei tre gruppi principali: tradizionalisti, liberali e radicali».
(Diego Cinquegrana in: “La copertina: Tra Roma e Shambhala”)
Indice:
Introduzione: Per una filosofia verticale (Maurizio Murelli)
La copertina: Tra Roma e Shambhala (Diego Cinquegrana)
Verticale Nord
Assoluto
Risveglio
Cosmo
Oscurantismo
Illusione
Ironia
Il dormiente
Arte
Orrore
Morte
Vagina
Beneficio
Messia
Parodia
Mito
Male
Miracolo
Fallo
Parabola
Messaggero
Fulmine
Primavera
Amore
Nord
Bibliografia
Indice