Descrizione prodotto
Dal conformismo delle idee allo sviluppo delle identità.
Nell’Italia della democrazia sospesa, della coincidentia oppositorum assurta a sistema, della bancarotta finanziaria e della moneta unica esiste ancora il libero pensiero e la possibilità di esprimere il dissenso?
L’imperante visione unidirezionale della storia sembra far propendere per una risposta negativa.
L’erosione irrefrenabile della sovranità nazionale da parte di strutture comunitarie estranee ai principi democratici, lo sradicamento pianificato dei valori identitari da parte dei colonizzatori multiculturali, il passaggio dal governo pubblico dell’economia al controllo bancario della politica sono soltanto alcuni dei virus inoculati nel diritto positivo e realizzati con l’entusiasmo servile o, nella migliore delle ipotesi, con l’ignavia di una collettività non più adusa ad autodeterminarsi, cloroformizzata dalla complicità interessata di élites subalterne. Eppure il malcontento cova, il deficit partecipativo aumenta, il tentativo dell’intermediazione politica tradizionale di interpretare le istanze sociali di cambiamento è fallito.
L’unico antidoto alla rassegnazione ad una integrazione massificata è rappresentato dalla capacità di produrre pensiero fecondato dall’anticonformismo, aperto alle contaminazioni post-ideologiche, in grado di scardinare anacronistiche rendite di posizione. È questo l’impegno che si chiede a chiunque – individualmente o collettivamente – abbia a cuore il pluralismo dell’intelletto.
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