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Indagare sul giornalismo saloino significa immergersi in un mondo eterogeneo e conflittuale in cui talvolta le divergenze sormontano le pur essenziali affinità. Esaminando “Regime Fascista” e “La Repubblica Fascista” si palesano le diverse sensibilità, mentalità e strategie che hanno mosso le esperienze maturate dai direttori delle due testate. Da una parte Farinacci, portabandiera dell’intransigentismo fascista, ritiene che il compito prioritario sia di rispondere agli agguati partigiani sostenuti dagli angloamericani, dall’altra Borsani auspica la concordia nazionale con il fronte antifascista non comunista, da elaborare sul comune terreno anticapitalistico. L’inconciliabilità delle tesi assunte dall’ex ras di Cremona e dal cieco di guerra sconfinerà in una fatale polemica, ma di lì a poco quei protagonisti saranno accumunati da un identico, tragico destino.