Descrizione prodotto
«Questo libro, che ha come punto di partenza le pagine di un diario, è stato scritto in un villaggio dell’Alta Assia, nel cuore del paese dei miei antenati pagani e dei miei avi eretici. Il manoscritto è sulla mia scrivania: voglio concluderlo. Il frammento di marmo caduto da un fregio del tempio di Delfi pesa sui fogli ricoperti di scrittura fitta. Altre due pietre, quella di Montségur e quella di Reykholt impediscono al vento di sparpagliare o portar via i fogli disposti in due pile a destra e a sinistra».
Così Otto Rahn in chiusura di quest’opera, un’opera che l’Autore non vedrà stampata. Morirà prima. Per questo motivo il suo manoscritto, finito in mani sbagliate, ha subìto deformazioni e manipolazioni che ne hanno alterato, in alcuni punti anche in modo devastante, il pensiero e la narrazione. Il testo così manipolato (di quelle interferenze, all’epoca, non si aveva percezione) fu pubblicato per la prima volta in italiano dalle Edizioni Barbarossa nel 1989 e ristampato nel 2002, sulla base dell’unico materiale disponibile, consistente in un’edizione francese. Negli anni a seguire è stato possibile svolgere una attenta indagine e quindi compiere un lavoro di scandaglio sulle fonti, a partire dal testo originale tedesco, attraverso il confronto con le traduzioni in inglese e francese, così da mondare il testo (ove possibile) dalle interpolazioni più macroscopiche e riportare il testo di Rahn a quella che verosimilmente era la struttura originaria. L’attuale edizione, inoltre, si avvale di un poderoso apparato di note a cura di Alessandra Colla (che ha curato anche la traduzione e la revisione del testo), frutto di un lavoro certosino protratto per due anni, a compensazione di quei punti del libro la cui attribuzione all’ingegno di Rahn resta dubbia.
Chi ha avuto modo di leggere Crociata contro il Graal, l’opera prima di Rahn che ha avuto grande successo sia in Germania che in Francia, avrà potuto notare quanto sia stato scrupoloso il lavoro di ricerca a sostegno della tesi dell’Autore: per i motivi suesposti la stessa precisione non era finora stata possibile nelle precedenti edizioni de La Corte di Lucifero. Con questo lavoro editoriale abbiamo fatto il possibile per rendere giustizia a Rahn, nell’intento di interpretarne correttamente spirito e intendimento.
“Diario di viaggio”, lo definisce Rahn in chiusura: e tale è effettivamente questo libro, un diario che racconta i viaggi compiuti in tutta Europa, nelle numerose città in cui Rahn, soffermandosi in una chiesa, una cattedrale, un castello, un giardino, riflette su quella che considerava la religiosità dei suoi avi, stravolta dalle menzogne costruite nel corso dei secoli dalla Chiesa Cattolica.
Sono davvero molte, quelle città, e ciascuna di esse racconta una storia: Bingen sul Reno, Parigi, Tolosa, Pamiers, Foix. Lavelanet, Montségur nei Pirenei, Carcassonne, Saint-Germain-en-Laye, Cahors, Ornolac, Foix, Mirepoix, Port-Vendres, Marsiglia, Puigcerdà in Catalogna, Lourdes, Genova, Milano, Roma, Verona, Merano, Bolzano, Brixen-Bressanone, Gossensass – Colle Isarco, Ginevra, Worms, Michelstadt nell’Odenwald, Amorsbrunn, Amorbach, Mellnau nel Burgwald, Marburgo, Giessen, Siegen, Runkel sul Lahn, Colonia, Heisterbach, Bonn, Asbach nel Westerwald, Goslar, Halberstadt, Berlino, Warnemünde-Gjedser, Edimburgo, Reykjavik, Laugarvatn, Reykholt.
In chiusura, Rahn preannuncia la sua intenzione di continuare il suo viaggio attraverso l’Europa degli avi: «Domattina presto toglierò la pietra che ho portato dall’Islanda desertica e libererò i fogli che essa tiene in ordine: li farò parlare, uno dopo l’altro. Voglio cominciare un nuovo libro: sarà il seguito di questo, una sorta di secondo diario in cui continuerà la mia ricerca. La prima pagina è stata scritta in vista del Capo Nord, sul Circolo Polare Artico; le altre, per la maggior parte, nel cuore dell’Europa, nella mia patria tedesca. Ma vi si troverà anche qualche nota che ho raccolto qua e là, e che concerne due vulcani: il Vesuvio e l’Etna (il “monte Bel” del Medio Evo)». Purtroppo questo progetto Rahn non ha potuto portarlo a compimento ed è un vero peccato. Leggendo queste pagine e supponendo una sua ulteriore maturazione, possiamo solo immaginare di quale opera ci ha privato il Destino. Ci restano queste meravigliose pagine de La Corte di Lucifero sicuramente originali per prospettiva, narrazione e riflessione.
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