Descrizione prodotto
E’ proprio nei momenti di massima carestia spirituale che ritorna, che prorompe il bisogno di eroi. Solo l’eroe può “spezzare la misura del quotidiano”, solo lui ha accesso alla “terra di nessuno” (“terra di nessuno” perché estranea alle giurisdizioni contingenti, senza l’arroganza di un tiranno a dettar legge), solo lui può sapere di un altro mondo da opporre a quello che ha smesso di funzionare, o, per dirla filosoficamente (come fa con magistrale competenza Junyû Kitayama), di avere senso. L’autore di questo studio entusiasmante sulla cavalleria nipponica è primogenito del priore del santuario buddhista di Kyônen-ji e si è coltivato, negli anni ’20 del secolo scorso nelle Università di Friburgo e Heidelberg, sotto la guida di Husserl e Jaspers. Ma non è uno sciocco alessandrino, che dal proprio sapere non trae alcun potere, o, per lo meno, alcun volere. I suoi Husserl e Jaspers li usa per parlarci dell’eroe, li fa significare in funzione di un’analisi e una celebrazione dell’eroismo, ricordandoci che, anche se i manuali di filosofia non lo dicono, è l’eroe il fine, è l’eroe l’optimum. Assolutamente.