Descrizione prodotto
Il rapporto con l’Ebraismo resta centrale per l’identità cristiana. Nella visione cattolica, gli Ebrei, popolo teologico, sono stati “scelti” per portare il mistero di Dio nella storia. La speciale “chiamata” ricevuta da Abramo e sancita nell’Alleanza mosaica trova compimento con la venuta del Messia, l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, che fonda nell’Eucaristia e attraverso la Croce, la “nuova ed eterna Alleanza” con l’umanità. Con Cristo nasce il problema ebraico-cristiano, perchè il “popolo eletto” non riconosce in Gesù il Messia prefigurato nelle Sacre Scritture. Ma la questione, ancor oggi all’origine del rapporto conflittuale tra gli Ebrei e gli altri popoli della terra, anche non cristiani, sta nella natura della “grandezza” di Israele: la sua “elezione” si fonda soltanto sulla discendenza “carnale” da Abramo o sulla fede di costui nella Promessa di Dio?…
Il presente saggio ripercorre i passaggi decisivi del popolo dell’Antica Alleanza nella storia, ne descrive l’evoluzione religiosa – ebraismo, giudaismo, cabala, talmudismo _, di cui analizza le ripercussioni telogiche, filosofiche, politiche e sociali, sul rapporto con le altre Nazioni. Il lavoro di Nitoglia, condotto con indiscutibile scrupolo dottrinario, grazie al confronto tra teologia patristico-cattolica e autorità rabbinica, ricerca le radici di un conflitto impossibile da sciogliere e assume valore soprattutto nel collegarle al presente, rappresentando le ragioni di un problema che ha attraversato l’intera storia moderna e che, sul piano politico, segna l’età contemporanea, dalla fondazione del moderno Israele fino ai nostri giorni. Esso non manca inoltre di rilevare le possibili contraddizioni della teologia cattolica post-conciliare in merito al rapporto con i “fratelli maggiori”, ma lascia il lettore con un auspicio che, per un cattolico, suona come speranza, anche nei confronti del popolo già accusato di deicidio: “Se accetta Cristo sarà l’elemento migliore della Chiesa. Sarà, come spiega San Paolo, “radice dell’ulivo fruttifero”: la Chiesa”. Non deve diminuire o mutare, perciò, la carità stabilita dalla tradizione cristiana come strumento di comunicazione con gli Ebrei: una carità da non intendersi come “sentimentalismo che non corregge e che lascia diritto all’errore, ma che consiste nel procurare il vero bene”. I Cristiani dovranno seguire quel cammino, illuminato dalla Chiesa, che nel corso dei secoli ha tentato di correggere la Sinagoga che perpetrava l’errore fatto dai suoi padri. Una carità finalizzata alla conversione di Israele a Cristo, premessa alla fine dei tempi.