Descrizione prodotto
Questa silloge di scritti di Giovanni Damiano ha una duplice e immediata ragion d’essere: è un’indagine su alcuni snodi non dei più secondari dell’opera evoliana, ma è anche il tentativo di mettere alla prova la ‘tenuta’ della ricostruzione ‘genetica’ della modernità presente nelle pagine di Rivolta contro il mondo moderno. Un’indagine certo non molto accondiscendente verso il suo ‘oggetto’, ma neppure irrispettosa. Semplicemente, priva di troppi riguardi formali; e di nostalgiche devozioni; e di scolastiche ripetizioni, inutili, oltreché sterili. Meno evidente, ma altrettanto importante, è un aspetto ulteriore, rintracciabile appunto in controluce, che può essere così sintetizzato: i testi qui raccolti da Damiano proseguono una ricognizione genealogica avviata ormai da alcuni anni, e incentrata sullo ‘scavo’ della nostra comune identità europea.
A partire dallo scritto contenuto nel volume collettaneo Il gentil seme. L’idea di Europa: radici e innesti, edito sempre dalle Ar nel 2004, l’Autore ha dato, infatti, inizio a un percorso di studio, proseguito anche con i suoi contributi apparsi sulla rivista La Cittadella, e le cui tracce si possono ritrovare pure nel libro dedicato all’espansionismo statunitense (G. Damiano, L’espansionismo americano. Un “destino manifesto”?, Ar, 2006), avente come scopo proprio l’individuazione di una genealogia, per quanto accidentata e per nulla lineare, capace di condurre ad un’altra modernità, abissalmente lontana da quella che oggi pare celebrare ovunque i suoi amari, desolati trionfi.
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