Descrizione prodotto
Ormai ci siamo lasciati alle spalle la precarietà novecentesca entro cui si slanciò l’orda nera fascista, di cui morirono Michelstaedter e Weininger (ma pure Antonia Pozzi), contro cui si batté Nietzsche fino al delirio e di cui poetò, sarcastico e sprezzante, Montale. Questo odierno è il tempo di un’inerzia niente affatto precaria, di un flaccido scirocco continuo, dello svuotamento totale di senso. É il trionfo del controassoluto più miserando: la rinuncia assoluta, la stanchezza assoluta. La scelta è allora tra la celebrazione dell’irruenza, a volte terribile e violenta, degli uscocchi e la resa completa alla ragionevolezza, ovvero a tutto ciò che sia mediocre, facile, irresponsabile, indeterminato. Ed è una scelta ‘fatale’, che non risparmia i filosofi.
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