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Nascita di una nazione
Il fascismo doveva mettere in piedi il suo e il nuovo meccanismo istituzionale se voleva consolidarsi. Allora, e solo allora, tutti gli antichi equilibri sarebbero stati destinati ad essere alterati, incrinati e, alla lunga, frantu-mati. Il fascismo premeva l’acceleratore, gli altri volevano frenare, tentavano di frenare, o di deviare.
Il fascismo doveva creare il suo Stato, e questo, per essere veramente rivoluzionario, nuovo, non poteva andare a coincidere né con la riesumazione dell’ortodossia statutaria all’insegna del continuismo albertino, né con strutturazioni autoritarie conservatrici da destra classica, né con etichettature di tipo confessionale.
C’era una volontà di radicarsi, gradualmente, come nuovo regime nel paese reale, dentro la società italiana. Occorreva uno straordinario dinamismo creatore. Un regime funzionale ad un autentico modello di sviluppo e di innovazione sociale, un processo di industrializzazione e di modernizzazione legato ad un tempo alla lotta al latifondo e al ritorno alla terra.
È il primo regime di massa, dotato di larga base popolare di consenso. La battaglia per il nuovo Stato si avvale del Diritto, del Concordato, della Carta per mettere ordine e legalità nel parlamento e nel paese reale.
È una bonifica a tutto campo. Mussolini e il fascismo salutarono, così, la nascita della nazione.
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